Depressione


La lenta caduta in una terra desolata dove l'uomo si ritrova a camminare solo con se stesso tra gli spettri della  sua mente.
Clador by Claudio Doretti

Kenya sulla pelle


Traccia indelebile sul corpo, memoria di una natura selvaggia. Tatuaggi tribali abitano terre remote, lontane dalla nostra civiltà.
Clador by Claudio Doretti

Luci e colori

“Non ci sono colori, solo luce”

Le emozioni come i colori sono un fenomeno fisico: la luce è composta da onde elettromagnetiche che presentano lunghezze d’onda variabili. È la luce che causa l’effetto colore. I  colori fisici di un oggetto esistono solo nella misura in cui le onde di luce vengono modificate dalla materia dell’oggetto. Parti dello spettro della luce vengono assorbite dall’oggetto e trasformate in colore, altre vengono riflesse. Ciò che determina il colore della superficie di un oggetto è la plasticità e la proprietà della materia dell’oggetto colpita dalla luce. Le emozioni esistono nella misura in cui la luce del nostro vivere, che entra in contatto con l’essere umano, viene modificata dalla qualità della percezione di quest’ultimo. Il nostro sentire è qualitativamente immodificabile così come la luce, ciò che ne determina la traduzione nelle diverse emozioni è la diversa capacità a trattenere, riflettere, trasmettere ed assorbire ciò che ci circonda. Le parti dello spettro della luce vengono assorbite dall’oggetto/soggetto e trasformate in calore/energia e quindi in emozioni, altre vengono riflesse.
Così come accade nel caso dell’assorbimento per la luce, cioè il principio secondo il quale le onde di luce vengono inglobate nella materia rendendo più scuro l’oggetto, anche l'emozione è soggetta ad un principio simile, questo accade quando il soggetto tende ad assorbire, trattenere ed inglobare la gioia di vivere finendo per divenire più scuro. Il nero, in questo caso, rinvia alla persona che scopriamo adombrata, incapace di riverberare dal suo viso luce alcuna. Il nero è il colore della notte e della morte dell’intimorente e dell’ignoto.

Broadway



Sommersa dalle luci di una grande metropoli, la miseria si intravede dietro un vicolo buio nella penombra della fiamma di una candela.
Clador by Claudio Doretti

Artista digitale

Ci sono momenti in cui senti l'esigenza di esprimerti in forma artistica, di vedere in qualcosa di tangibile il manifestarsi delle proprie emozioni. Non trovando nelle forme tradizionali di disegno uno sfogo appagante di tale necessità ho approcciato a ciò che in forma generica e a volte anonima viene denominata “Arte Digitale”.
Il mouse è diventato lo strumento di espressione della mia dimensione artistica. Un percorso incominciato da qualche anno, da coniugare con il lavoro quotidiano di marketing & comunicazione, nel quale rigidi schemi troppo spesso imbrigliano la libera creatività della mia mente.
Artigiano del virtuale: catturo immagini, le monto, modello, affilo, assemblo, rimonto e restauro fino a quando non ha compiuto il lavoro desiderato, quello che la mia immaginazione si era prefissata di raggiungere.
Emozioni e sensazioni, stati della mente e paesaggi fantastici in un susseguirsi di luci e colori, così chiudendo gli occhi vedo il mio mondo virtuale fatto di momenti angoscianti e di paradisi di tranquillità. La parola d'ordine è liberare la fantasia dalla prigione di un cervello serioso e lasciar libero sfogo alle idee e ai sogni.

"Il virtuale è un’estensione del reale... puoi allargare e restringere, capovolgere o raddrizzare come vuoi. Sembra che la mente non abbia limiti nello scolpire le strutture virtuali. E’ come se la nostra immaginazione non fosse più prigioniera di quelle classiche prospettive geometriche appartenenti alla dimensione del reale. Di conseguenza, l’ambiente virtuale diventa “esplosivo” e scatena una vera e propria rivoluzione dell’immaginazione."   Gilles Deleuze

La Grande Fuga

L'essenza del mio pensiero sta in questo lavoro, il primo della raccolta "Viaggi tra Terra e Anima". L'uomo ha bisogno di un'azione di forza per liberare la propria fantasia. Gioia e pazzia motori della vita creativa. 
Clador by Claudio Doretti

Definizioni

Con arte digitale (detta anche digital art o computer art) si indicano le forme d'arte elaborate in forma digitale. Il termine viene usualmente riservato per l'arte che è stata modificata in maniera non banale attraverso un computer.

La computer art nasce nel 1950 grazie alla sperimentazione di Ben Laposky (USA) e Manfred Frank (Germania) due matematici e programmatori, non artisti, ma con delle sensibilità artistiche che vanno però verso la grafica. B. Laposky e M. Frank si rifanno al costruttivismo e al razionalismo del Bauhaus. Ben Laposky nel 1950 realizza un “oscillogramma”: lavora con l’oscilloscopio, scrive una funzione matematica (quindi non un’immagine) nel processore ed ottiene la base per una proiezione grafica, poi prende l’oscilloscopio con il quale varia la lunghezza d’onda dei raggi luminosi del tubo catodico e crea delle distorsioni.

La digital art può essere generata completamente dai computer, come per i frattali, o presa da altre sorgenti, come la scansione di una fotografia o un'immagine disegnata con l'ausilio di un software di grafica vettoriale, usando un mouse o una tavoletta grafica. La disponibilità e la popolarità di software per il fotoritocco e la manipolazione delle immagini ha prodotto una vasta e creativa libreria di immagini altamente modificate, che hanno poco o nulla a che vedere con le immagini originali. Usando versioni elettroniche di pennelli, filtri e ingrandimenti, questi "neografi", producono immagini non ottenibili attraverso i convenzionali strumenti fotografici. Inoltre, gli artisti digitali possono manipolare scansioni di disegni, dipinti, collage o litografie, o usare le tecniche sopra menzionate in combinazione.